Con un'acconciatura rasta che arriva al fondoschiena, Matteo Volpi sembra un rockettaro più che uno scienziato di gran levatura. Si muove nel campo del nucleare e degli acceleratori di particelle, con trascorsi al Cern in Svizzera e oggi all'Università di Melbourne. È uno cui piace sporcarsi le mani con gli strumenti, il cui prossimo obiettivo è ri-assemblare un’apparecchiatura da 50 megawatt (50 milioni di lampadine da 50 watt l'una) che aveva smontato al Cern e portato in Australia. Ma è anche fotografo, con un'esposizione ora a New York.