• TG1 PERSONE del 13 marzo 2012

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    EVGEN BAVCAR, IL FOTOGRAFO CIECO: "VEDO AL DI LA' DEL BUIO"

    Sloveno di origini e francese di adozione, Evgen Bavcar non e' un fotografo come tanti. Le sue immagini vengono realizzate a dispetto del grave handicap visivo che lo condiziona da quando aveva 11 anni e per questa ragione e' conosciuto in tutto il mondo. "La cecita' impedisce l'uso degli occhi -dice a Tg1 Persone- ma 'vedere' non e' solo un fatto sensoriale. C'e' anche una visione mentale e spirituale delle cose ed e' quella che guida la mia attivita'." Non e' prodigo di indicazioni su come effettivamente nascano le sue istantanee Evgen Bavcar ma si dilunga volentieri sulle modalita' generali del suo lavoro: "Attingo al patrimonio visivo che ho immagazzinato nella memoria precedente ai due sventurati incidenti e comunque tutto nasce, in primis, da un'idea che si forma nella mente. Uso molto le mani per entrare in contatto col soggetto da ritrarre." Il fotografo sloveno non e' il solo autore non vedente di immagini fotografiche. Nel mondo ci sono molte persone che sfidano in questo modo l'handicap visivo e le loro immagini sono in mostra, per esempio, in numerosi musei americani. Anche in Italia le iniziative di questo genere non mancano. A Palermo ad esempio, dove gli allievi dell'Istituto dei Ciechi "Florio e Salomone" hanno realizzato con tecniche speciali istantanee che saranno esposte in dicembre nella sede dell'Unesco, a Parigi.

    • Pubblicato il13-03-2012
  • TG1 PERSONE del 6 marzo 2012

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    TAHAR BEN JELLOUN, ARTISTA PER GIOCO

    La familiarita' con i colori e le tele e' cosa recente per lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun. "E' iniziato tutto per gioco" racconta a Tg1 Persone "poi un amico italiano mi ha invogliato a fare sul serio ed eccomi qui, a Roma, armato di pastelli, matite e pennarelli." Un giorno magari ci sara' una mostra dello scrittore che ha svegliato le coscienze del mondo sul grave pericolo del razzismo. Eh gia', perche' le passioni nuove partono in sordina, poi entusiasmano sempre di piu', giorno dopo giorno. "Non ho fatto studi particolari sull'arte" continua Ben Jelloun "sono solo un appassionato e mi faccio guidare dal gusto e dall'intuito." Quel gusto e quell'intuito che l'hanno portato a diventare curatore delle ultime mostre del pittore Ettore De Conciliis, oggi sensibile poeta del paesaggio, ieri autore di alcune fra le piu' celebri opere italiane di arte civile. "Ho conosciuto Ben Jelloun a Palermo" afferma il creatore del Memoriale di Portella della Ginestra "ne e' nata una bella e intensa collaborazione. Apprezzo in lui una sensibilita' artistica assolutamente originale." E il rapporto con le radici? Come si concilia l'origine nordafricana con la scelta di scrivere in francese e l'amore per l'arte occidentale? "Il mio legame col Marocco e' intenso e duraturo" conclude Ben Jelloun "ma sono piu' che mai convinto che l'arte, la letteratura e la cultura in generale non hanno nazionalita'."

    • Pubblicato il06-03-2012
  • TG1 PERSONE del 28 febbraio 2012

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    DALLA CALABRIA A LIVERPOOL SOGNANDO I BEATLES

    L'Unione Europea finanzia numerosi progetti per il reinserimento dei giovani a rischio di esclusione sociale. E da qualche tempo anche le arti sceniche vengono considerate ambiti nei quali tentare l'operazione di recupero. Prendete il caso del "Moving Project", un'operazione che nei mesi scorsi ha coinvolto per l'Italia la Provincia di Crotone, per la Spagna la Municipalita' di Siviglia, per l'Inghilterra il "Liverpool Institute for Performing Arts" fondato dall'ex beatle Paul Mc Cartney. Proprio in questo istituto, che fu un tempo la scuola dello stesso Mc Cartney e di George Harrison, e' andato in scena qualche mese fa lo spettacolo finale del corso finanziato dai fondi europei. Cosa e' successo dopo quell'esperienza? Quanti ragazzi hanno trovato lavoro nel mondo dello spettacolo? Quanti sono tornati a frequentare le scuole che avevano abbandonato? Alle domande di Tg1 Persone rispondono alcuni dei 23 giovani calabresi selezionati e il regista che ha guidato la loro esperienza, Lindo Nudo. Dice quest'ultimo: "Abbiamo visto molti di loro trasformarsi durante gli stage: hanno imparato a stare insieme e a fare gioco di squadra, a scavare nelle proprie emozioni rispondendo alle sollecitazioni del testo teatrale. I piu' sono usciti da questa avventura con una nuova fiducia nella possibilita' di costruire il proprio futuro."

    • Pubblicato il28-02-2012
  • TG1 PERSONE del 21 febbraio 2012

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    "AMARCORD" CON I VECCHI FILMINI DI FAMIGLIA

    Il fenomeno ha ormai dimensioni internazionali, al punto che ogni anno in 40 paesi del mondo si celebra l' "Home Movies Day", la giornata del cinema di famiglia. L'obiettivo e' quello di dotare le comunita' grandi e piccole del pianeta di archivi dei filmati amatoriali realizzati fino agli anni Ottanta dagli appassionati del Super 8. Anche in Italia esiste una realta' simile, a Bologna, e in molti centri diverse associazioni si dedicano all'impegnativa opera di recupero. Si tratta di operazioni dal forte contenuto sociale: i film di famiglia sono da decenni un occhio privilegiato su riti, cerimonie, feste, realta' misconosciute della vita collettiva. E consentono di capire meglio come le comunita' si sono evolute nel tempo. Un'esperienza pilota dell' "Amarcord" con i vecchi filmini di casa e' in corso a Tavagnacco, in provincia di Udine. "Abbiamo raccolto 12 ore di filmati -dice il documentarista Massimo Garlatti Costa- li abbiamo digitalizzati e montati secondo criteri professionali. Da essi emerge un ritratto molto curioso delle trasformazioni avvenute all'interno della nostra comunita', un microcosmo di quella piu' grande Italia che nel secondo dopoguerra vive la profonda aspettativa di una vita migiore."

    • Pubblicato il21-02-2012
  • TG1 PERSONE del 14 febbraio 2012

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    GIANNI BERENGO GARDIN: IL FASCINO "ARTISTICO" DELLA FOTOGRAFIA

    Non è persona di mezze parole Gianni Berengo Gardin e quando afferma che la fotografia non è un'arte lo fa senza nessuna esitazione. "Sono un testimone della mia epoca e tutto ciò che faccio è improntato ad etica e sensibilità sociale ma non chiamatemi artista!" Opinione perentoria la sua, probabilmente condizionata da un eccesso di modestia. E' difficile infatti non avvertire la componente creativa e visionaria delle sue "istantanee" (un milione e mezzo dal 1954 ad oggi), per quanto tutte molto attente alla realtà quotidiana dell'uomo e delle sue comunità. Perchè il bianco e nero? La risposta, anche qui, è netta: "I colori distraggono. L'attenzione di chi osserva tende a perdersi, confondersi." Su questa scelta Gianni Berengo Gardin segue la lezione di Henri Cartier Bresson, il precursore del fotogiornalismo, autore di straordinari ritratti della complessità umana rigorosamente privi di colore. Anche sulla natura non artistica della fotografia i loro punti di vista non differiscono molto: negli ultimi anni della sua vita Cartier Bresson abbandonò la proverbiale Leica per riprendere in mano colori, cavalletto e pennelli.

    • Pubblicato il14/02/2012
  • TG1 PERSONE del 7 febbraio 2012

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    BACCHETTE ROSA

    Xian Zhang e' una giovane donna cinese non ancora quarantenne. Dal 1998 vive in Occidente e da qualche tempo ha casa a Milano. Scelta professionale la sua: la citta' del Teatro alla Scala e' un ottimo trampolino di lancio nel mondo della musica classica. La direzione d'orchestra e' il sogno al quale sta sacrificando l'intera esistenza. Scoperta da Lorin Maazel, Xian ha gia' all'attivo collaborazioni con le piu' importanti compagini del mondo e la direzione musicale dell'Orchestra Verdi, nel capoluogo lombardo, e' solo uno dei suoi incarichi. E' difficile per una donna imporsi sul podio della grande musica? Così risponde: "Una donna deve essere piu' brava ed inappuntabile dei suoi colleghi maschi perche' c'e', in effetti, una prevenzione di base verso le direzioni femminili. Sono i musicisti di una certa eta' a creare i maggiori problemi: per loro non e' normale dover seguire le indicazioni di una donna, specie se giovane e, come nel mio caso, asiatica." Una sfida davvero unica quella di Xian Zhang. Ma c'e' un esercito di aspiranti musicisti che muove alle sue spalle, in Cina. Milioni di giovani attratti dalla tradizione classica occidentale, tutti potenziali emuli del pianista Lang Lang, tutti disposti a qualsiasi sacrificio pur di esibirsi un giorno a Londra, Parigi o New York.

    • Pubblicato il07/02/2012
  • TG1 PERSONE del 31 gennaio 2012

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    SIAMO TUTTI "EMOTIVI ANONIMI"?

    Il film di Jean-Pierre Ameris "Emotivi Anonimi" non ha solo il pregio di essere un'ottima prova cinematografica. E' anche una buona occasione per riflettere su un'antica difficolta' psicologica dell'uomo: la timidezza. C'e' un timido, magari nascosto, dentro tutti noi? E' sconveniente arrossire, balbettare, esitare? Qual e' il retroterra familiare della fragilita' psicologica? Alle domande di Tg1 Persone risponde lo psichiatra Vittorino Andreoli: "Il timido e' una persona dalla ricca interiorita', che riflette a lungo prima di agire ed e' sempre bisognoso del confronto con l'esterno, anche quando magari non lo cerca perche' ha paura." E' un disvalore la timidezza? "Assolutamente no" prosegue Andreoli. "Certo, il timido e' svantaggiato se intorno a lui c'e' una societa' regolata dall'ossessione del successo a tutti i costi!" Gli "insicuri cronici" sono ovunque, anche nel mondo dello spettacolo. Lo conferma il racconto di Emanuela Grimalda, attrice di teatro cinema e televisione, con un lungo passato di "rossori" in volto. "Ho vissuto come un limite la mia timidezza nell'infanzia e nell'adolescenza. Oggi sono una 'fan' di questo modo di essere. Siamo proprio certi che la sicurezza esibita in giro sia reale e non sia magari solo finzione, esibizione, scena?"

    • Pubblicato il31-01-2012
  • TG1 PERSONE del 24 gennaio 2012

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    STEFANO LORENZETTO, LO STAKANOVISTA DELLE DOMANDE

    Da bambino sognava di fare il conducente di filobus o l'organista, Stefano Lorenzetto. Ha "ripiegato" sul giornalismo per amore della scrittura e per curiosita' del mondo. E oggi e' anche un "recordman" della carta stampata. Nessuno al mondo puo' vantare una rubrica settimanale longeva quanto la sua: in 13 anni ha visto la luce per poco meno di 600 settimane su "Il Giornale" e il Guinness dei Primati non si e' lasciato sfuggire l'eccezionale particolarita'. "Quando ho cominciato a raccontare i miei "Tipi Italiani" - dice Lorenzetto a Tg1 Persone - piu' d'uno ha storto il naso e mi sono sentito ripetere spesso che 'il bene non fa notizia'. Poi pero' l'idea di girare l'Italia in cerca di personaggi dalle storie minori ma straordinarie e' piaciuta. E ancora scrivo, pubblico, cerco interlocutori." Si tratta di interlocutori che vivono fuori del Palazzo, schivi e gelosi dei loro segreti. "Gente che non ama le luci della ribalta -conclude Lorenzetto- e che devi stanare, raggiungere. In tanti anni di lavoro sulle loro tracce, non credo di aver mai fatto un'intervista al telefono. Il personaggio va studiato guardandolo negli occhi e in poco tempo devi capire se di fronte a te hai un santo o un imbroglione."

    • Pubblicato il24/01/2012
  • TG1 PERSONE del 17 gennaio 2012

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    I CANTIERI DEL CARNEVALE

    Molti Carnevali iniziano il 17 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate, fra antichi riti del fuoco e falo' tradizionali. Si tratta di cerimonie dalla simbologia per lo piu' complessa, come quella della "Focara" di Novoli, in provincia di Lecce. Una gigantesca piramide di tralci di vite viene edificata da decine di volontari che operano secondo tecniche tramandate di padre in figlio ma si tratta di una realizzazione decisamente effimera. Viene infatti esposta allo stupore del paese solo per poche ore, prima di finire irrimediabilmente in cenere. Un rito faticoso e fugace che offre un grande valore aggiunto alla comunita' locale in termini di coesione e vitalita'. "I Carnevali raccontano le realta' territoriali -dice l'antropologo Piercarlo Grimaldi- e in particolare il mondo contadino durante il passaggio dall'inverno alla primavera, dal freddo al caldo, dal buio alla luce." Resisteranno questi riti e le antiche maschere alla pressione di un mondo sempre piu' globalizzato? La risposta dello studioso e' incoraggiante: "Proprio in quest'epoca dominata da un forte controllo sociale la ricerca di una dimensione comunitaria e' sempre piu' sentita ed e' naturale guardare al passato storico e mitico per ritrovare noi stessi."

    • Pubblicato il17/01/2012
  • TG1 PERSONE del 10 gennaio 2012

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    CESARIA EVORA: IL DOLCE CANTO DELLE ISOLE

    "Canto storie di ogni giorno, storie divertenti, ma anche canzoni politiche e d'autore.." Cesaria Evora, scomparsa lo scorso 17 dicembre per antichi, irrisolti guai cardiaci, era persona di scarne parole. E il suo mondo, realtà di poche cose: la musica, preferibilmente quella di Capo Verde, la sua terra d'origine; il mare, preferibilmente l'Oceano Atlantico, nel cui orizzonte fin da bambina si era persa; il contatto con gli altri, preferibilmente marinai e gente del popolo. Quella stessa gente per la quale, quando ormai aveva quasi cinquant'anni, Cesaria era diventata star internazionale. Una star fuori del coro: refrattaria al divismo, sempre pronta a sostenere i più bisognosi, prodiga di consigli e aiuti verso chi sceglieva la causa della musica. "Ho conosciuto Cesaria Evora -dice Vicki De Marchi, portavoce del Programma Alimentare Mondiale- quando le abbiamo chiesto di diventare Ambasciatrice contro la Fame del Mondo. Era persona semplice, aperta e davvero molto sensibile alle ragioni umanitarie." Anche nel mondo della musica italiana la "diva a piedi scalzi" ha lasciato tracce importanti: "quando mi ha accolto nella sua casa -ricorda Alberto Zeppieri, ideatore del progetto 'Capoverde terra d'amore'- lo ha fatto con l'amabilità di una vecchia amica. In primo luogo mi ha chiesto se avrebbe potuto duettare con Gianni Morandi, i cui film musicali degli anni Sessanta e Settanta amava vedere e rivedere alla tv capoverdiana, nelle dolci notti di Mindelo, la sua città." E' stata accontentata. Dopo Morandi, è stata la volta di Celentano. Poi, tante altre collaborazioni. Che ci hanno arricchito, senza ombra di dubbio.

    • Pubblicato il10/01/2012
  • TG1 PERSONE del 3 gennaio 2012

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    IL "CUSTODE" DELLA MUSICA POPOLARE

    La vocazione per la musica popolare Ambrogio Sparagna l'ha scoperta in famiglia. Il nonno suonava l'organo in Francia, il papà organizzava concerti in Chiesa, la madre si dedicava ai canti della tradizione italiana. Un figlio d'arte, insomma. Oggi è Direttore dell'Orchestra Popolare dell'Auditorium di Roma, dopo lunghi anni trascorsi in giro per l'Italia a caccia di musiche, testi di canzoni, antichi strumenti, danze dimenticate. "Il Lazio -dice Sparagna a Tg1 Persone- è una regione che ha dato molto alla musica popolare, ma non minore è stato il contributo di Puglia, Campania, Friuli, Piemonte." In realtà il lavoro sulle tradizioni musicali è da alcuni decenni uno dei più importanti cantieri della cultura italiana come dimostra, ad esempio, il celebre impegno di personaggi come Diego Carpitella ed Ernesto De Martino nelle "Terre del Rimorso", quel Salento dove la Storia ci ha consegnato uno straordinario esempio del potere terapeutico della musica. "Oggi non ci sono più casi di persone che con la 'pizzica' cadono in trance e guariscono dal 'morso della taranta' -conclude Sparagna- ma c'è un mondo di solitudine e di depressione che nei riti musicali collettivi cerca comunque un'uscita di sicurezza." Il riferimento è al fenomeno della Notte della Taranta di Melpignano, uno dei più significativi recenti exploit della tradizione popolare rivisitata.

    • Pubblicato il03/01/2012
  • TG1 PERSONE del 27 dicembre 2011

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    LE OLIMPIADI DELLO SPETTACOLO

    Pochi grandi eventi necessitano dell'impegno e dell'intelligenza che richiedono le Cerimonie Olimpiche, spettacoli destinati ad un pubblico di dimensioni planetarie, "contenitori" di messaggi semplici, efficaci ed emozionanti. E ci sono pochi creativi al mondo che accettano di misurarsi con sfide così complesse. Fra loro un solo italiano: Marco Balich, 49 anni, veneziano, un passato importante nel mondo delle produzioni musicali. "Non devi essere cinico se vuoi raggiungere il cuore di chi assiste -dice- e non ci sono scorciatoie. La Cerimonia Olimpica deve raccontare i grandi principi (fratellanza, parità, nobiltà originaria delle competizioni sportive) e non può farlo in maniera confusa o pretenziosa." Balich ripercorre per Tg1 Persone le tappe del suo straordinario pecorso: la folgorazione per questo genere di spettacoli nel 2001 ai Giochi Invernali di Salt Lake City, l'investitura a Torino 2006, il prestigioso incarico per le Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Tanti i suoi impegni nelle "pause" olimpiche: iI Carnevale di Venezia, il Bicentenario del Messico, i Giochi del Commonwealth. "Lo sforzo è immenso -conclude- bisogna stupire senza strafare e, sopratutto, saper entrare in sintonia con le migliaia e migliaia di volontari che sono la grande, eccezionale risorsa di questi eventi."

    • Pubblicato il27-12-2011
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