• Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Teologia e preghiera, laicità e fede: quando possiamo dirci cristiani?'

    Cultura

    "Non possiamo non dirci cristiani", come diceva Benedetto Croce? O "dobbiamo, tutti, dirci cristiani", come sembrano affermare alcuni esponenti del mondo politico secolarizzato, concordi con alcune espressioni del mondo cattolico? Ma davvero possiamo dirci cristiani, anche se non crediamo che Gesù è il Figlio di Dio, che è risorto, e che tutti, un giorno, risorgeremo? Il dibattito è di vivo interesse in quanto non è solo italiano, ma coinvolge, sembra, l'identità stessa dell'Europa e dell'Occidente. Intervengono il teologo valdese Fulvio Ferrario, che si interroga sempre con passione sul rapporto tra salvezza e presenza nel mondo, e il teologo cattolico don Maurilio Guasco, studioso del modernismo, e della storia della Chiesa nella modernità. Segnaliamo inoltre due libri che raccontano modi diversi di vivere la propria spiritualità. Il romanzo di Giuseppe Conti Calabrese Nel tuo vuoto, racconta la drammatica storia di tre giovani coinvolti nel giro della droga. Inaspettatamente nel loro vuoto esistenziale s'insinua la rivelazione della parola di Dio. L'altro libro che proponiamo contraddice un po' la linea che s'impone nelle nostre riflessioni, dove generalmente non trovano spazio le superstizioni e lo spirito delle piccole devozioni domestiche. È il libro di Marilena Menicucci Il rosario delle nonne. Incontro con il femminile, che ci sembra interessante perché per queste donne il rosario diviene un momento per avvicinarsi alla dimensione piu` profonda del mistero. Segnalazioni: Fulvio Ferrario, Teologia come preghiera, Claudiana, Torino 2004 Maurilio Guasco, Alfredo Loisy, Morcelliana 2004 Maurice Bellet, La quarta ipotesi, Servitium Editrice, Bergamo 2003 Giuseppe Conti Calabrese, Nel tuo vuoto,Moretti & Vitali Editori, Bergamo 2003. Marilena Menicucci, Il rosario delle nonne. Incontro con il femminile, Editori riuniti, Roma 2003 "Durante la recita del rosario le mie nonne, abituate ai comandi, alle obbedienze e ai doveri, liberavano il valore più importante della propria femminilità: la capacità di dare e ricevere amore, un amore senza confini, infinito come una continua ricerca, libero da ogni sottomissione rassegnata, un amore atteso e scelto, l'Amore". (da Marilena Menicucci, Il rosario delle nonne. Incontro con il femminile, Editori riuniti)

    • Pubblicato il18/11/2004
  • Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Giornata del dialogo islamo-cristiano'

    Cultura

    Si è svolta ieri, alla chiusura del mese di Ramadan, l'ultimo giorno del digiuno rituale islamico, la terza Giornata del Dialogo Islamo-Cristiano. È curioso come parole che sembrano ormai svuotate di significato, perché troppo abusate, come "dialogo", come "pace" e altre, riacquistano vigore in determinate occasioni, e ci obbligano a nuove formulazioni. Ne parliamo con Matteo Zuppi, della Comunità di Sant'Egidio e l'imam Samir Khaldi che raccontano la loro esperienza di questa giornata e cercheremo di capire anche quali sono le nuove sfide che attendono cristiani e islamici nel confronto con i problemi di questa situazione storica e con i conflitti della modernità. Il dialogo interreligioso richiede che i fedeli di ciascuna confessione si dispongano a dialogare anche all'interno della loro stessa tradizione, con coloro che sono meno desiderosi o meno capaci di incontro. Un esempio di dialogo nell'antichità ci viene invece proposto dal volume Una corrispondenza islamo-cristiana sull'origine divina dell'Islam di due intellettuali vissuti nel IX secolo, il musulmano Ibn al-Munaggim e il cristiano melchita Qusta Ibn Luqa. Ne parliamo con Ida Zilio Grandi, che ha curato la traduzione dall'arabo del testo. Segnaliamo inoltre due libri che raccontano modi diversi di vivere la propria spiritualità. Il romanzo di Giuseppe Conti Calabrese Nel tuo vuoto, racconta la drammatica storia di tre giovani coinvolti nel giro della droga. Inaspettatamente nel loro vuoto esistenziale s'insinua la rivelazione della parola di Dio. Segnalazioni: Sulla Terza Giornata del Dialogo Islamo-Cristiano si puo` consultare il sito www.ildialogo.org Ibn Al Munağğim - Qusţā ibn Lūcā, Una corrispondenza islamo-cristiana sull'origine divina dell'Islam, a cura di Samir Khalil e Ida Zilio-Grandi, Silvio Zamorani Editore, Torino 2003 Salmi sufi. Canti della spiritualità musulmana, Icone Edizioni, Roma 2004 Abū-l Hasan Nūrī, Vuoi fare di me un vagabondo tratto da: Salmi sufi. Canti della spiritualità musulmana, Icone Edizioni, Roma 2004 Il mio Signore, mi ha trasformato in un vagabondo, ah sì così mi ha trattato! Mi ha cacciato dal mio paese, separandomi dai miei cari. Sì, a errare senza posa Mi ha condannato. E tutto ciò perché Lui si manifesti Quando io scompaglio; per farmi scomparire quando Lui si manifesta. Signore, Tu mi hai visitato, e poi mi hai abbandonato quando io cercavo di renderti la visita, ma prima di andartene, dicesti: d'ora in poi non vedrai più nulla di ciò che guardi, a meno che tu non Mi veda in tutto ciò che guardi. (da Salmi sufi. Canti della spiritualità musulmana, Abū-l Hasan Nūrī)

    • Pubblicato il12/11/2004
  • Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Pirqé Avot. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 4a e ultima puntata. 'Un albero con molte radici'

    Cultura

    Un ponte ininterrotto tra le radici antiche racchiuse nella Torà e le forme moderne di pensiero e di esistenza dell'ebraismo sembrano essere questi Detti dei Padri, di cui Paolo De Benedetti ci svela i segreti racchiusi nelle singole parole. Perché si dice che "la tradizione è una siepe alla Torà"? Che rapporto c'è tra il "timore del peccato" e la "sapienza"? Che cosa significa che "la ricompensa di un precetto è un precetto"? E qual è, tradizionalmente, l'uso liturgico dei Pirqé Avot? Paolo De Benedetti, che sembra provenire dalla tradizione della sapienza farisaica, racconta anche il valore che personalmente attribuisce a questi testi Segnalazioni: Detti di rabbini, a cura di Alberto Mello, Edizioni Qiqajon, (fuori catalogo). Pirqè Avot, a cura di Joseph Colombo, Fara Editore 1995 Pirkè Avòt. Lezioni dei Padri, con il commento "Maghèn Avòt" di Rav D.Z.S. Segre di Vercelli (sec. XIX) e le annotazioni "Shalmè Banìm" di Rav A.M. Somekh, Editore Morashà, Milano 1996 Rav Bakhor, Massime dei padri, Edizioni DLI, Milano 1998 Aqavjà ben Mahalal'el dice: Rifletti a tre cose e non incorrerai nella trasgressione. Sappi donde sei venuto e dove vai, e davanti a chi dovrai rendere conto in giudizio. Donde sei venuto? Da una putrida goccia. Dove vai? In un luogo di polvere, vermi e marciume. E davanti a chi dovrai rendere conto in giudizio? Davanti al Re dei re, il Santo - sia benedetto - Dieci cose furono create la vigilia del sabato, tra le due luci, e sono: la bocca della terra, la bocca del pozzo, la bocca dell'asina, l'arcobaleno, la manna, il bastone, lo shamir, le lettere, la scrittura e le tavole. Alcuni dicono: Anche i demoni, la sepoltura di Mosè e l'ariete di Abramo nostro padre. Altri dicono: Anche le tenaglie non fabbricate con tenaglie. In sette cose un uomo intelligente si distingue da uno stupido. L'intelligente non parla dinanzi a chi è più grande di lui in sapienza. Non interrompe il discorso di un altro. Non si affretta a rispondere. Fa domande pertinenti, e risponde in maniera appropriata. Dice all'inizio ciò che va detto all'inizio, e alla fine ciò che va detto alla fine. Di ciò che non ha mai udito, dice: Non l'ho mai udito. È disposto a riconoscere la verità, per lo stupido è tutto il contrario.

    • Pubblicato il11/11/2004
  • Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Il cristianesimo non è (solo) europeo'.

    Cultura

    Il rilievo mediatico dato all'emergenza del mondo islamico, rischia di farci prendere delle sviste, e di pensare che i cristiani nel mondo siano in via di sparizione. Invece, sono ancora circa un terzo della popolazione totale del pianeta, e se la maggior parte vive ancora in Europa, 480 milioni sono in America Latina, 360 milioni in Africa, 313 in Asia. Quale rapporto hanno queste chiese con quelle tradizionali d'Occidente? E quale problema rappresenta, non solo sul piano del linguaggio, ma anche delle verità di fede, che Gesù sia raffigurato come "colui che cucina il suo cibo in enormi pentole di olio di palma" (Ghana)? O che Dio Padre sia lodato "assieme ai nostri antenati" (Cina)? Ma d'altra parte, a chi spetta decidere la legittimità di una esperienza di fede? E il cristianesimo europeo non è a sua volta una inculturazione? Ne parliamo con la biblista Marinella Perroni, che insegna "Nuovo Testamento" presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma ed e` presidente del Coordinamento teologhe italiane. Incontriamo poi Ilinka Vasilesku, una donna di straordinaria umanità e profondità, che, essendo romena, moglie di un sacerdote della chiesa rumena a Torino, ha vissuto e vive nella sua esistenza le difficoltà di essere straniera, di essersi sentita chiamare a una vita di fede, avendo avuto una educazione del tutto secolarizzata. Segnalazioni: Philip Jenkins, La Terza Chiesa. Il cristianesimo nel XXI secolo, Fazi Editore, Roma 2004 Grigore Leşe, CD Cantece de Cătănie, prodotto dalla casa discografica Bistrica, Romania 1996

    • Pubblicato il10/11/2004
  • Uomini e Profeti. 'Letture'. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 3a puntata. 'Riscaldati al fuoco dei sapienti'

    Cultura

    Riscaldati al fuoco dei sapienti, dice un antico proverbio rabbinico, nella raccolta dei Pirqé Avot, ed è quello che facciamo dialogando con Paolo De Benedetti intorno alle sentenze degli antichi rabbini. Dalla lettura di questi testi trarremo in primo luogo un grande piacere, ma anche leggere i testi del passato, sui quali generazioni di esseri umani hanno meditato, si sono confrontati, hanno insegnato, ci immette, a nostra volta in una catena di sapere che, forse, anche da noi potrà arrivare a generazioni future; e infine, accostando sapienze di aree culturali diverse, anche se rischiamo delle approssimazioni, ci inseriamo in un dialogo tra culture, che, per quanto a rischio di quanlche errore, è comunque più positivo dell'ingoranza e del silenzio. Segnalazioni: Rav Bakhor, Massime dei padri, Edizioni DLI, Milano 1998 Stai attento a un precetto lieve come a uno grave, perché tu non sai quale sarà la ricompensa dei precetti. Considera il danno derivante da un precetto in confronto alla sua ricompensa, e il profitto derivante da una trasgressione in confronto al suo danno. Rifletti su tre cose e non cadrai in balia della trasgressione. Sappi che cosa c'è sopra di te: un occhio che vede, un orecchio che ascolta, e tutte le tue azioni sono scritte sul libro. Hillel dice: Non separarti dalla comunità, non fidarti di te stesso fino al giorno della tua morte, e non giudicare il tuo prossimo finché non ti sei messo al posto suo. Non dire che una cosa non si può capire, perché infine sarà capita; e non dire: Studierò quando ne avrò tempo, perché forse non ne avrai mai tempo. Egli soleva dire: Non spetta a te portare a termine il lavoro, ma non sei nemmeno libero di sottrartene. Se avrai studiato molto la Torà, ti si darà una grande ricompensa: fedele infatti è il tuo datore di lavoro, che ti pagherà il salario per la tua opera. Sappi però che la ricompensa dei giusti sarà data soltanto nel tempo futuro.

    • Pubblicato il04/11/2004
  • Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Religione e politica. A partire dall'apostolo Paolo'

    Cultura

    Religioni e mondo, religioni e politica. Ieri si è firmata a Roma la Costituzione europea, e sono ancora accese le polemiche se vi sia o no un pregiudizio anticristiano nel Parlamento europeo, se le radici cristiane avrebbero dovuto essere espresse nel preambolo, se prevalga un laicismo che danneggia le componenti religiose d'Europa. Noi cominceremo a parlarne cercando di capire dove nasce, e come si sviluppa e che cosa comporta il rapporto tra chiesa, ekklesìa, e mondo. E lo facciamo a partire da quell'ambiguità che esprime l'apostolo Paolo, da un lato l'annunciatore di un evangelo della salvezza, dall'altro il dispensatore di regole morali per i fedeli. Ospiti in studio Giuseppe Barbaglio, autore di Il pensare dell'apostolo Paolo e Salvatore Natoli, che tra i "non credenti" è tra le persone per le quali il confronto con il cristianesimo non è puro esercizio intellettuale, ma è quasi una necessità per spingere al limite massimo il suo pensiero. Segnaliamo inoltre, il libro Spagna della scrittrice María Zambrano, dedicato a Segovia, in cui la riflessione religiosa non appare esplicita ma è comunque intensa. Più legato all'aspetto religioso è invece un saggio del filosofo Miguel De Unamuno, che analizza un cristianesimo tragico e dubbioso, che ci fa tornare a pensare alla paradossalità del cristianesimo di Paolo quello "del profondo e dell'ultimo". Segnalazioni: Giuseppe Barbaglio, Il pensare dell'apostolo Paolo, Edizioni Dehoniane, Bologna 2004 Daniel Marguerat, Paolo di Tarso. Un uomo alle prese con Dio Claudiana Editrice, Torino 2004 Romano Penna, Le origini del cristianesimo, Carrocci Editore, Roma 2004 María Zambrano, Spagna. Pensiero, poesia e una città, Città aperta Edizioni, Troina (En) 2004 Annarosa Buttarelli, Una filosofia innamorata. María Zambrano e i suoi insegnamenti, Bruno Mondadori Editori, Milano 2004 Miguel De Unamuno, Nicodemo il fariseo e altri saggi, Editore Marietti, Genova 2001 [...]La luce non cade in Segovia. La città intera si alza fino ad essa, la raggiunge come se nel suo crescere raggiungesse il livello in cui la luce esiste. Ma non la incalza come Toledo, né è sul punto di divampare in essa come Cuenca, né di dissolversi in essa, come Granata. Entra nel livello della luce semplicemente, quasi vi fosse stata piantata come quegli alberi che crescono fino a incontrarla e vi rimangono senza avidità né sforzo; tremando però.[...] (da Spagna. Pensiero, poesia e una città.) [...]Ma noi abbiamo questo tesoro, in vasi di terra, affinché questa grande potenza, sia attribuita a Dio e non a noi. Beato Paolo, la cui vita appassionata e stravolta perché appassionata, s'è fatta per noi icona di Cristo.[...] (da Paolo di Tarso. Un uomo alle prese con Dio.)

    • Pubblicato il29/10/2004
  • Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Pirqé Avot. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 2a puntata. 'Il giorno è breve, il lavoro è molto'

    Cultura

    Chi erano i maestri che pronunciavano le antiche sentenze, raccolte nel II secolo e.v. nei Pirqé Avot? E come si possono considerare: sentenze morali, filosofia, massime di buona condotta? E qual'è il rapporto, nella tradizione ebraica, con la Torà? Come mai il peso così forte della tradizione non ha prodotto una distanza dalle Scritture, come è avvenuto in altre religioni? Ne parliamo, anche questa volta, con Paolo De Benedetti che, come un antico sapiente, commenta con noi i testi, parola per parola. Segnalazioni: Pirkè Avòt. Lezioni dei Padri, con il commento "Maghèn Avòt" di Rav D.Z.S. Segre di Vercelli (sec. XIX) e le annotazioni "Shalmè Banìm" di Rav A.M. Somekh, Editore Morashà, Milano 1996 Shim'on ben Shetach dice: Esamina a lungo i testimoni e sii attento alle tue parole, perché in base a esse non imparino a mentire Avtaljon dice: Sapienti, state attenti alle vostre parole, perché non incorriate nella pena dell'esilio, non siate esiliati in un luogo dalle acque cattive, i discepoli che vengono dopo di voi non ne bevano e muoiano, e il Nome del Cielo venga profanato Shammaj dice: Fai della tua Torà un'occupazione fissa. Parla poco e fa' molto. Accogli ogni uomo con volto gioviale Rabban Gamili'el dice: Procurati un maestro, evita ciò che è dubbio, e non prelevare le decime con eccessiva approssimazione

    • Pubblicato il27/10/2004
  • Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Turchia e Armenia: un dialogo possibile?'

    Cultura

    Vi è ancora dibattito, in Europa, sull'accettazione della Turchia al suo interno, intorno a tematiche religiose, geografiche, relative alla democrazia del paese, ecc. Ma nessuno parla più del silenzio turco sul genocidio armeno, nessuno chiede una riflessione della storiografia turca, una elaborazione della coscienza critica del paese, su questo dramma che ha coinvolto due popoli. Perché? Forse si teme di dover tirare fuori dall'armadio altri scheletri? Per la prima volta a Venezia, su iniziativa della Fondazione Cini, nei giorni 28, 29 e 30 ottobre, si incontreranno studiosi turchi e armeni, per cercare di dialogare, almeno, sulla possibilità di rompere il silenzio di un secolo. Non sarà un incontro politico, ma l'inizio di uno studio sui rapporti millenari tra armeni e turchi, per comprendere il genocidio anche in questo quadro, per vedere se, intanto, sia possibile una via d'uscita che spezzi il silenzio tra i due popoli. Abbiamo invitato a Uomini e Profeti, per parlarne, gli studiosi armeni Boghos Levon Zekiyan e Vladimir Margaryan, lo storico turco Halil Berktay e la scrittrice di origine armena Antonia Arslan. Segnalazioni: Metz Yeghern, Breve storia del genocidio degli armeni, Editore Guerini e Associati. Antonia Arslan, La masseria delle allodole, Edizione Rizzoli, Milano 2004 [...]Tutto accelera. Un'ombra più spessa dietro la carrozza, che comincia a oscillare. Un breve pianto infantile, un movimento improvvido. Dal fondo del campo due figure cominciano a correre, una lanterna più forte viene accesa. E tutto sarebbe perduto se Azniv, la dolce sorella, che si stava avviando per ultima verso la salvezza, comprendendo tutto, non avesse fulminea accentrato su di sé l'attenzione. ov sirun sirun comincia a cantare, ergendosi fiera, ritrovando nel sacrificio improvviso tutta la sua innocente, serena baldanza; ov sirun sirun, maledetti, io vi sfido. Non riuscirete a ucciderci tutti. Un vento di follia percorre il campo. Le altre donne cominciano tutte a gridare, le mani versi il cielo, come fiori appassiti che chiedono vendetta. Gli zaptié , colti di sorpresa, si precipitano su Azniv, illuminano solo lei, che continua a cantare finché un colpo di sciabola le tronca la testa. Addio, dolce Azniv; addio , colomba d'Armenia. [...] (da La masseria delle allodole) www.cini.it/fondazione/07.manifestazioni/ 08.calendario/2004/eventi/armeni/armeni.htm

    • Pubblicato il22/10/2004
  • Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Pirqé Avot. I Detti dei Padri' con Paolo De Benedetti - 1a puntata: 'Su tre cose il mondo sta'

    Cultura

    Un maestro dell'ebraismo, Paolo De Benedetti, legge con noi i Pirqé Avot, (Detti dei Padri): un trattato di etica ebraica o norme di comportamento valide in ogni tempo? "Su tre cose sta il mondo: sulla Torà, sulla preghiera, e sul compiere il bene"; "Procurati un maestro, acquistati un compagno, e giudica un uomo sulla bilancia del merito"...Queste e tantissime altre massime di sapienza ebraica, tramandate di generazione in generazione nel corso di alcuni secoli, costituiscono il piccolo libro dei Pirqé Avot, che un Rabbi volle fissare sulla carta nel secondo secolo e.v., e da cui emerge non solo l'etica ebraica, così come l'ha elaborata la fede nel Dio unico, ma anche il senso profondo della Parola contenuta nelle Scritture, e le interrogazioni sulla vita umana che ancora inquietano gli uomini e le donne contemporanei. Questo libro noi lo leggiamo con Paolo De Benedetti, che è tra gli studiosi che più hanno fatto e fanno per far conoscere, anche in Italia, il pensiero ebraico. In questa puntata analizzaiamo i primi versetti del I capitolo. Segnalazioni: Detti di rabbini, a cura di Alberto Mello, Edizioni Qiqajon, (fuori catalogo). Pirqè Avot, a cura di Joseph Colombo, Fara Editore 1995 [...]Mosè ricevette la Torà dal Sinai e la trasmise a Giosuè, Giosuè agli anziani, gli anziani ai profeti, e i profeti la trasmisero agli uomini della grande assemblea. Questi dicevano tre cose: Siate misurati nel giudicare, suscitate molti discepoli e fate una siepe attorno alla Torà.[...] [...]Era solito anche dire: Se non sono io per me, chi è per me? E quand'anche io fossi per me, che cosa sono io. E se non ora, quando[...] [...]Rabban Shim'on ben Gamli'el dice: Su tre cose si regge il mondo, sulla giustizia, sulla verità e sulla pace, come è detto: Verità e giudizio di pace giudicate alle vostre porte.[...] (da Detti di rabbini)

    • Pubblicato il21/10/2004
  • Uomini e Profeti. 'Letture'. 'Il Dio del Nord. Il problema religioso nella letteratura scandinava'. 4a e ultima puntata. Stig Dagerman: 'Il bisogno di consolazione' con Franco Perrelli

    Cultura

    Tutti i misteri delle tenebre: che sono mai rispetto a quelli della luce!. All'ombra di questa affermazione di Pär Lagerkvist, della difficoltà di discernere la luce, anche quella spirituale, nei pallidi paesaggi del Nord Europa, si colloca anche l'ultima figura che prendiamo in considerazione nell'ambito di queste "Letture": Stig Dagerman. Nato nel 1923 e morto suicida a soli trentun anni nel 1954, figura "culto" nella letteratura svedese, Dagerman non conosce un vero e proprio "problema teologico", non ha, come gli altri autori di cui abbiamo parlato, una "disputa" con Dio. Ma tutti i temi principali della sua riflessione e i soggetti della sua scrittura appartengono per intero all'interrogazione teologica del Novecento: il perché del dolore innocente, il senso forte dell'ingiustizia del mondo, la percezione di vivere in una "terra desolata", il "bisogno di consolazione" che non trova approdo. Le musiche che accompagnano i testi proposti in questa puntata, letti da Vittorio Guerrieri, sono tratte dal CD A Swedish Pastorale, BIS-CD-165 Segnalazioni: Stig Dagerman, Il viaggiatore, Iperborea Stig Dagerman, Il nostro bisogno di consolazione, Iperborea [...]In equilibrio su un'asse sottile. Vedo la mia vita minacciata da due forze: da un lato dalle bocche avide dell'eccesso, dall'altro dall'amarezza avara che si nutre di se stessa. Ma io mi rifiuto di scegliere tra l'orgia e l'ascesi, anche se il prezzo dev'essere un tormento continuo. A me non basta sapere che ogni cosa può essere scusata in nome della legge del servo arbitrio. Ciò che cerco non è una scusa per la mia vita, ma il contrario di una scusa: l'espiazione[...] (da Il nostro bisogno di consolazione)

    • Pubblicato il14/10/2004
  • Uomini e Profeti. 'Domande'. 'Fame nel mondo e banchetto escatologico'.

    Cultura

    Oggi la Fao celebra la Giornata mondiale dell'alimentazione, mentre la settimana prossima, in Piemonte, si apre la 5° edizione del Salone del gusto, che quest'anno ha per tema il cibo come elemento fondante delle comunità locali. Sono molte le implicazioni religiose e teologiche del cibo: sia quando il cibo manca, e dunque manca una delle essenziali condizioni della vita umana, sia quando il cibo è festosamente preparato e condiviso, e simboleggia la pienezza della vita umana. Nelle religioni del Libro l'avvento del regno viene spesso reso con il simbolo del "banchetto escatologico". Delle radici bibliche di una "cultura del cibo" parliamo con Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, mentre della sacralità del cibo in India parliamo con Jaya Murthy, brahmina. Predrag Matvejevic ci racconta invece le sue ricerche sulla "cultura del pane" nell'area mediterranea (servizio di Loredana Rotundo). Segnalazioni: Angela Fiorentini e Jaya Murthy, Le ricette della cucina vegetariana indù, Edizioni Ets- Pisa 2003 Predrag Matvejevi, Breviario mediterraneo, Edizione Garzanti, Milano 2004 Salone Internazionale del Gusto, Torino Lingotto, 21-25 ottobre 2004, sito internet: www.slowfood.it Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del nord, Emi 2004 Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico, Emi 2004. SEME Minuscolo. Minuscolo e invisibile lui seme che affonda ... E' lì la sua dimora, eppure al sicuro non si sente occultandosi difende da chi? la sua minuzia e la sua incalcolabile potenza. ... Deve, lo sa, scoppiare, marcire e trasalire nel rigoglio. - Qual'è la mano che ha gettato la sementa? e lui è dentro il solco o caduto casualmente e sperso?- non c'è differenza, comanda la necessità, morire e dar nascimento. E' umile, trattiene quasi timoroso il fiato l'anno del suo cominciamento, sta sospeso, esita sopra se stesso il mondo, vige un intimo raccoglimento di tutte le sue forze tra la palta e l'acqua l'acqua e gli astri. ... già sente spigare da sé il prossimo frumento, il campo oro-meriggio, oh dolore, oh felicità. Chi vive questo? chi pensa? Chi ordina? chi parla? ... Non ha importanza chi sia l'autore della vita, la vita è anche il proprio autore. La vita è. (tratto da Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini di Mario Luzi)

    • Pubblicato il14/10/2004
  • Uomini e Profeti. Domande. 'La crisi dell'islam: quale linguaggio non riusciamo a comprendere'.

    Cultura

    Parliamo spesso di "crisi dell'Occidente", molto meno di "crisi dell'Islam". Invece il mondo musulmano è attraversato da una crisi profonda, sia nei suoi rapporti con l'esterno, ma sia anche al suo interno: è attraversato da una ridefinizione di identità e di valori che troppo semplicisticamente attribuiamo o alla tradizione islamica o ai costumi dei diversi popoli nei quali essa abita. Ma qual è il senso della vita e della morte nel mondo musulmano? Quale idea di soggetto, o di comunità? Quale prospettiva temporale hanno elaborato quelle culture? Che cosa significa "diritti umani" alle orecchie di chi pensa che la vita di ciascuno sia nelle mani di Dio? Ne parliamo con l'islamista Alberto Ventura, autore, tra l'altro, di uno dei libri della collana di "Uomini e Profeti", Al Hallaj, Il crocifisso dell'islam, Morcelliana. Inoltre segnaliamo il convegno Religioni e Sacri Monti dove, dal 12 al 16 ottobre in Piemonte, il tema della "montagna sacra" sarà al centro di un confronto tra le grandi religioni europee ed asiatiche (interverranno gli orientalisti Carlo Della Casa e Maurizio Scarpari); e una serie d'incontri dedicati al poeta Paul Celan (dal 12 ottobre al 9 novembre a Udine), presentati nella puntata dal linguista Giuseppe Bevilacqua.Infine proponiamo un'iniziativa che, a partire dal 22 ottobre, prevede ogni venerdi` sera una lettura drammatizzata del testo integrale di tutta la Bibbia, in due chiese di Roma, la chiesa Evangelica Valdese e la chiesa Santa Lucia del Gonfalone. Segnalazioni Alberto Ventura, l'Islam, a cura di Giovanni Filoramo, edizione Laterza, 1999 Convegno Religioni e Sacri Monti: www.sacrimonti.net Paul Celan, Poesie, a cura di Giuseppe Bevilacqua, "I Meridiani" Mondadori Angela Goodwin e Franco Giacobini offrono la Lettura della Bibbia a Roma presso la chiesa evangelica valdese (piazza Cavour, 32 - tel. 06/3204868)e presso la chiesa Santa Lucia del Gonfalone (via Banchi Vecchi, 12 - tel.06/68806169) ZURIGO "ALLA CICOGNA" Parlammo del Troppo, del Troppo-poco. Di Tu e non-Tu, del torbido che viene dal chiaro, di quanto è giudeo, del tuo Dio. Di tutto questo. Nel giorno di un'Ascensione, il duomo era laggiù, veniva incontro sopra le acque, con un tocco d'oro. Del tuo Dio si parlò, io dissi cose contro di lui, lasciavo al cuore ch'era in me di sperare: nella sua suprema e rissosa, nella sua rantolante parola. Il tuo occhio guardò me, poi altrove, la tua bocca si prestò al tuo occhio, e io sentii: Noi in verità non sappiamo, sai noi non sappiamo cosa-vale. Paul Celan dalla raccolta La rosa di nessuno (1959-1963)

    • Pubblicato il07/10/2004
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